CHI SIAMO / cenni storici
La nascita dell'edificio
La vecchia sede camerale di via San Lorenzo è stata edificata nel 1932-1933 su progetto dell’architetto torinese Giovanni Chevalley. Fin dal 1922 la Camera di Commercio aveva deliberato l’acquisto di un’area edificabile di circa 600 metri quadri in pieno centro cittadino, all’angolo tra le vie Piacenza e Cavallotti (attuale via San Lorenzo) per costruirvi una sede di proprietà, esigenza che era divenuta assai sentita in relazione alla crescita delle competenze e del personale.
Analogo esito ebbe un secondo concorso e pertanto, nel 1925, il commissario Ponzano assunse la responsabilità di assegnare direttamente al celebre architetto torinese Giovanni Chevalley (1868-1954), collaboratore di Carlo Ceppi, l’incarico di progettare l’edificio.
Con il prefetto Rebua, il 28 ottobre 1931, ebbe luogo la cerimonia (simbolica) della posa della prima pietra dell’edificio. Il 25 gennaio dell’anno successivo, 1932, fu pubblicato l’avviso d’asta per l’aggiudicazione dei lavori, che furono poi assegnati alla società anonima Impresa di Costruzioni Bastita & C. di Tortona (assistente dei lavori il geom. Luigi Ostanello).
Nel frattempo il Consiglio cambiava ancora denominazione e il 5 novembre del 1933 si poteva procedere alla consegna dei lavori e all’inaugurazione della sede del Consiglio provinciale dell’economia corporativa. La circostanza fu segnata dalla presenza del sottosegretario alle corporazioni, on. Bruno Biagi, accolto da Rebua e da Vaccari, da una solenne seduta del Consiglio appena costituito e dalla realizzazione di una medaglia commemorativa, disegnata dallo stesso progettista. Il verbale della seduta, redatto su pergamena, venne depositato tra gli atti solenni ad tradendam rei memoriam.
Le spese di costruzione, autorizzate in un primo tempo nella cifra di due milioni di lire, ma poi contenute nella misura di lire 1.568.422, furono finanziate con la cassa per l’importo di lire 1.091.935 e con la vendita di titoli del debito pubblico per la cifra di lire 500.000 (per ragioni di cautela si richiese anche un’anticipazione di lire 200.000 alla locale Cassa di Risparmio). Il trasloco definitivo avvenne nel corso del 1934, dopo che l’ing. Arturo Danusso di Milano ebbe sottoscritto la relazione di collaudo dei lavori (13 giugno 1934).
Il nuovo Palazzo delle Corporazioni era articolato su un piano terreno (ove trovava posto un ampio salone delle adunanze capace di oltre 100 posti a sedere); il salone venne affrescato dal pittore locale Giovanni Patrone, dopo che ebbe rinunciato all’incarico il torinese Carlo Gaudina, (1878-1939).
Il progetto prevedeva poi un mezzanino, un piano nobile (che ospitava gli uffici di presidenza e di segreteria, la sala del consiglio, la biblioteca), un secondo piano adibito a uffici e un ampio sottotetto attrezzato ad archivio.
L’edificio, con una superficie utile complessiva pari a circa 1.900 metri quadri, avrebbe ospitato gli uffici camerali per circa settant’anni, e cioè fino al 2001. Dopo il trasferimento nella attuale sede di via Vochieri 58, l’edificio – rimasto comunque a far parte del patrimonio camerale - ha assunto la denominazione di palazzo Asperia e poi quella di palazzo del Monferrato: è utilizzato come sede espositiva attrezzata e sede di alcuni uffici.